Una scissione utile: la serie A, come noto, si è staccata dalla B, e questo è stato un vantaggio (come vedremo) soprattutto per la B. Sì, perché, piano piano, sforzo dopo sforzo, sta ottenendo la sua piena, totale autonomia. Viaggia da sola. Non è più, non vuole essere più, a rimorchio dei grossi club (e questo è un problema, adesso, per i grandi club). Merito anche di un presidente di Lega “full time”, eletto il 28 settembre 2010, poco più di un anno fa: Andrea Abodi, classe ’60, romano, giornalista-manager, lavora a tempo pieno per i 22 club che compongono l’Universo B. Non, attenzione, una A-2: ma un mondo che rivendica a gran voce il suo ruolo, la sua dignità. Un ruolo importante, cuscinetto strategico fra serie A e Lega Pro. Abodi, di natura, ama unire. Non dividere. Ecco perché, per primo, tempo fa aveva proposto un tavolo di lavoro per uscire proprio dalle secche in cui il calcio italiano è finito. Ecco perché ora fa parte dell’Unione delle quattro Leghe (A, B, Lega Pro e Dilettanti), anche se i suoi rapporti con la Lega Pro possono migliorare soprattutto per quanto riguarda il nodo della ripartizione dei diritti tv. Abodi inoltre ha dimostrato carattere quando ha chiesto al consiglio federale di decidere, e non di dichiararsi incompetente come poi ha fatto, sullo scudetto 2006. Ma veniamo al laboratorio-B.
Partiamo, presidente, dal fatto che 22 club sono una folle anomalia italiana e un freno a tutto il movimento.
“Non c’è dubbio che siano troppe ventidue squadre e per questo abbiamo preparato un piano per ridurle: dalla prossima stagione (2012-’13) le retrocessioni in Lega Pro saranno cinque e non quattro. Arriveremo a 20 club dal 2015, ma potremo fare, più avanti, un pensierino anche a 18. Credo che anche la A ci stia pensando. Dobbiamo dare più stabilità a tutti i campionati: nel nostro dobbiamo arrivare a meno promozioni in A e meno retrocessioni in Lega Pro. Processo non facile e lungo: ma il cammino ormai è iniziato”.
Confortanti i dati degli spettatori: un aumento significativo.
“La media adesso è superiore a 6.500 spettatori a partita, con un incremento del 30 per cento rispetto allo scorso anno. Non solo, al netto di retrocessioni e promozioni, l’aumento è del 19%. Il mio obiettivo, diciamo di suggestione, è quello di arrivare a 10.000 spettatori a partita”.
Avete realtà molto diverse fra loro: la Samp fa 17.000 abbonati, il Verona oltre 10.000 poi ci sono piccole piazze come Gubbio.
“Sì, il nostro è un bellissimo mondo: ora lavoreremo sugli stadi, abbiamo pronto un piano di sviluppo. Bisogna dialogare coi proprietari, che sono i Comuni. Stiamo dialogando inoltre anche con partners importanti come Finmeccanica, Ance, Unioncamere e Credito Sportivo”.
Stadi che si riempiono: ma ormai questo è un calcio soprattutto televisivo.
“Non è affatto detto che la tv debba svuotare gli stadi. Il contrario succede proprio da noi: aumentano gli spettatori, come si è visto, ma cresce in maniera enorme anche l’ascolto in tv, su Sky e Mediaset. Siamo più che soddisfatti e stiamo lavorando al prossimo contratto televisivo: ora portiamo in cassa circa 10 milioni all’anno, ma vogliamo raddoppiare”.
A differenza della A voi noi rischiate lo sciopero dei calciatori o la (probabile) rottura come la Lega Pro: il rapporto col sindacato sembra buono.
“Più che buono: anzi stiamo per chiudere l’accordo con l’Aic, l’Aiac (allenatori) e i preparatori atletici. Un accordo innovativo, perché diamo un valore ai contratti se riguardano la A, la B o la Lega Pro. Cosa che la A non ha voluto fare questa estate”.
I club che retrocedono dalla B molto spesso falliscono.
“Vero. Ma non deve più succedere: io capisco che una retrocessione possa essere anche vista come un dramma sportivo ma non deve essere la scorciatoia per l’inferno. Già adesso diamo come “ammortizzatore” 750.000 euro a chi scende di categoria ma non basta: per questo stiamo studiando un percorso virtuoso per poter abbattere l’impatto della retrocessione”.
E’ rinata anche la Nazionale della Lega di B.
“Sì, una grande soddisfazione: presto giocheremo anche a Belgrado, il 25 ottobre contro la Serbia, e in Russia a novembre. Un serbatoio di giovani che potranno essere utili in futuro anche a Ciro Ferrara”.
Presidente, come procedono gli altri progetti?
“Bene, li abbiamo appena avviati. Abbiamo contatti anche con i Beni Culturali, l’Ambiente. La serie B ora viaggia per conto suo e ha molte idee in cantiere. Vedremo di realizzarle, un passo dopo l’altro”.
Non è poco, in un mondo, quello che calcio, che stenta a fare le riforme.
Fonte | PadovaGoal.it
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