PADOVA Cestaro è stato chiaro: d’ora in poi per lo stadio conteranno solo i fatti. Mai come in questa occasione il presidente è parso così convinto sulle possibilità di sistemare l’Euganeo. L’entusiasmo per una stagione iniziata ai vertici e soprattutto i quasi 10000 spettatori che hanno affollato lo stadio in queste prime giornate, hanno dato la spinta decisiva per affrontare l’argomento. Non c’è ancora un piano definito, tutto passerà dall’incontro con l’amministrazione comunale che Cestaro spera di avere a breve. Le idee non mancano, e il presidente avrebbe già individuato chi potrebbe offrirgli quel famigerato studio a costo zero per valutare l’intervento. Magari spalmando il tutto in 2 o 3 anni. Il progetto più sostenibile sarebbe quello di eliminare la pista d’atletica, senza abbattere le strutture ma tenendo attiva solo la tribuna ovest e avvicinando gli altri tre lati dello stadio. Questo, a progetto ultimato, anche se si potrebbe iniziare solamente avvicinando la curva di casa al campo, come richiesto dai tifosi. Per ora si è sempre nel campo delle ipotesi. Dopo aver riunito il consiglio d’amministrazione lunedì sera, salutando il nuovo socio Giorgio Maschio, ieri mattina Cestaro si è confrontato con il dg Sottovia e il responsabile marketing Potti, affrontando anche il tema dello stadio. «Il Cavaliere spera di incontrare il prima possibile l’Amministrazione comunale- le parole di Potti- Il presidente è sempre stato un imprenditore proiettato nel futuro. Vede avanti, sta programmando il futuro del Padova e lo stadio è al centro del nostro progetto. Vuol far tutto ciò che è possibile per migliorare la nostra casa. Dalla viabilità ai parcheggi, passando per gli spalti». Avvicinare le tribune è un sogno realizzabile? «Sì, ma dev’esserci la buona volontà anche del Comune. Padova deve capire che grande valore sia poter disporre di un presidente come Cestaro. Non capitano tutti i giorni imprenditori legati al mondo dello sport non dal punto di vista speculativo ma sociale. Non dobbiamo assolutamente perdere questa chance. Se ci saranno le condizioni per poter operare il Padova è pronto a farlo fin da subito». Le condizioni sembrano essere chiare: lo stadio non dovrebbe più rappresentare un peso, ma una risorsa per la società. È veramente possibile con l’Euganeo? Barbara Carron, ci crede. «Anche se il mio sogno sarebbe quello di uno stadio interamente di proprietà, fruibile tutta la settimana in cui convogliare le più svariate attività. Ma per il momento dobbiamo restare aggrappati alla realtà. Cestaro vuole affrontare veramente la questione ma ha bisogno di un aiuto. Capiamo che il Comune ha cose più importanti a cui pensare, ma dovrebbe anche riflettere su questo: quale altro spettacolo attira ogni settimana almeno 10000 padovani, se non il calcio? Spero che l’amministrazione riconosca quanto di buono sia stato fatto in questi anni dalla società e ci possa dare una mano».
Fonte | Stefano Volpe per Il Mattino di Padova
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