L’operazione «Padova last minute» è già pronta nel Toro, ma per completare il quadro dell’assurdo è ovviamente sospesa. Come la partita dell’«Euganeo» e come il parere del giudice sportivo, atteso per oggi pomeriggio, che potrà sciogliere il dubbio se proseguire mercoledì coi restanti 14’ da giocare oppure no. In ogni caso lo staff di Ventura ha già preparato il piano per provare a ribaltare l’1-0 sul campo.
Dal punto di vista della preparazione, della nutrizione e dell’approccio mentale, nulla è stato lasciato al caso. Anzi, tutto è stato modificato per poter far rendere Bianchi e compagni in una mini-partita che si trasformerà nell’assalto a Fort Apache. Ieri è stato concesso un giorno di riposo alla squadra per scaricare gambe e testa, mentre oggi alla Sisport (dalle ore 15 a porte aperte) si riprenderà per tentare l’impresa. «Ci alleneremo al buio per prepararci meglio», scherza il tecnico granata prima di affrontare la delicata vicenda. «Io ho ancora la speranza che non si debba andare a Padova – aggiunge -, perché quel secondo tempo non è stato regolare. Ma se dovremo andarci, ci andremo. Anche se il recupero si svolgerà in condizioni completamente diverse da quelle dei primi 76 minuti di sabato 3 dicembre».
Il fuoco delle polemiche difficilmente si spegnerà in tempi rapidi, ma una prima secchiata d’acqua il Toro proverà a gettarla sul campo. «Schiererò chi ha una voglia pazzesca di giocare – annuncia Ventura -, per sfruttare la carica». Dunque si vedrà una squadra ancora più offensiva – alla Zeman – con forze fresche in campo, come Verdi e Oduamadi, anche se il tecnico granata dovrà rinunciare agli attaccanti Sgrigna e Antenucci, già sostituiti e dunque non più utilizzabili. «A Padova si è vissuta una situazione imbarazzante – commenta Sgrigna, autore della sua prima doppietta granata – e adesso tutti noi ci aspettiamo una decisione giusta, che faccia giustizia. Spiace non esserci, ma siamo una squadra forte che può fare qualsiasi cosa». Una mano agli undici che scenderanno in campo la darà il preparatore atletico con un lavoro specifico e il medico con un menù modificato.
«Il nostro riscaldamento allo stadio sarà più lungo e più intenso – spiega Alessandro Innocenti – per simulare una situazione di partita già avviata. Per questo invece dei canonici 20 minuti ne faremo 35′-40′ simulando un quarto d’ora di partita con possesso palla ad oltranza e recuperi molto brevi». Muscoli caldi e testa reattiva: l’obiettivo è chiaro per dare vita ad un forcing totale. «Come se fosse un finale di partita – specifica Innocenti – col vantaggio di avere le gambe fresche e il serbatoio riempito per fare dieci giri veloci invece che un gran premio intero». Il pranzo, infatti, verrà cambiato: intanto verrà anticipato alle 11, visto che si gioca alle 14,30, e non si farà il canonico carico di carboidrati. Pasto più leggero e rimbocco di zuccheri subito assimilabili (come il cioccolato), prima del fischio d’inizio.
Il resto lo farà Ventura con la carica emozionale per scendere carichi in campo i giocatori e far aumentare la concentrazione, visto che non si può sprecare neanche un minuto. «Non c’è tempo per pensare – conferma Giuseppe De Feudis -, perché devi dare tutto e vai solo avanti». Il mediano granata è uno dei pochi giocatori a poter spiegare cosa si prova a giocare un recupero di pochi minuti: nel marzo 2010, giocando col Cesena in serie B, ospitò il Sassuolo per riprendere una gara interrotta per neve. «Eravamo sullo 0-0 e restavano 17′ – ricorda De Feudis -, ma noi prendemmo subito gol e perdemmo. Ecco perché la concentrazione è importante, anche se qui conta solo provare a segnare e sarà un arrembaggio totale».
Fonte: Gianluca Oddenino per La Stampa
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