Studiato, copiato, stravolto, amato, odiato. Qualcuno gli ha dedicato la tesi al Supercorso (uno per tutti: Allegri), altri si sono identificati in lui fino a considerarlo un’icona, quasi uno stile di vita. C’è Pescara-Padova, cioè Zeman-Dal Canto: l’anticipo di stasera è il trionfo del 4-3-3. Stesso modulo, qualche differenza ideologica e una certezza: ci sarà da divertirsi.
Indietro Tutto nasce in difesa, è qui che l’allenatore esperto e il giovane collega prendono strade diverse, quasi opposte. Zeman difende attaccando, chiede al portiere di far partire l’azione, ai terzini di spingere in continuazione e alla coppia di centrali di stare alta, quasi a ridosso del centrocampo per tentare il fuorigioco. Dal Canto, che l’ha studiato in questi giorni, ricorda stupito che ha visto «il Pescara restare per l’80 per cento della partita nella metà campo del Sassuolo». Il Padova ha invece la difesa bloccata, o quasi: un solo terzino che spinge (c’è la novità Osuji che nel centrocampo a 3 fatica a trovare spazio) e i centrali che tengono la posizione. Il fuorigioco non viene tentato: «E’ chiaro che noi siamo più attenti alla fase difensiva – spiega il tecnico – e cerchiamo di adattarci alle caratteristiche dell’avversario. Zeman gioca sempre allo stesso modo, in casa e fuori, contro la prima o l’ultima. E i risultati gli danno ragione». L’ottima condizione fisica, poi, permette alla squadra di reggere un modulo usurante e dispendioso.
Al centro e avanti Il play davanti alla difesa ha gli stessi compiti di copertura e interdizione, ma i due interni del Pescara sono chiamati a fare gli incursori e a proporsi con i tagli, quelli del Padova puntano soprattutto sul lancio lungo e il possesso palla. E’ proprio questa la paura di Zeman: «Sono ottimi palleggiatori, un pò avanti con gli anni, ma sanno imporre il ritmo. Non dovremo adeguarci a loro». Le differenze si annullano nel tridente offensivo che è un po’ il marchio di fabbrica del 4-3-3: gli attaccanti di Zeman fanno un movimento continuo per tagliare e non dare punti di riferimento. Non c’è un centravanti di ruolo, uno come Cacia o Ruopolo (l’esperimento di farli giocare insieme è fallito) nel Padova: «Ma anche noi giocano molto stretti», spiega Dal Canto. Che chiude con un attestato di stima per il rivale: «Mi piacerebbe avere il tempo per seguire i suoi allenamenti, ma preferisco non averne e non essere disoccupato…». La replica di Zeman: «Pescara gli ha dato tanto (qui ha debuttato l’anno scorso, ndr), è ora che inizi a restituire qualcosa».
Fonte | Guglielmo Longhi per La Gazzetta dello Sport
No comments
Commenta per primo questo articolo