Secondo La Gazzetta dello Sport, la Lega ha ufficializzato che Padova-Torino, sospesa sabato al 31′ della ripresa a causa di un blackout elettrico, verrà ripresa mercoledì 14 alle 14.30. Il giudice sportivo, ha solo segnalato la sospensione e, in presenza dei ricorsi delle società (il Padova si è affidato a Grassani per sostenere che l’arbitro avrebbe dovuto concedere il tempo necessario per ripristinare l’impianto, cosa che il Comune ha certificato), dovrà riunirsi nuovamente per decidere: o respinge la richiesta del Torino (il 3-0 a tavolino o la ripetizione), o la accoglie; se lo fa prima di sabato, il Torino saprà anche se potrà schierare col Pescara i tre squalificati. In ogni caso, ci sarà poi un ricorso alla Corte di Giustizia della società penalizzata, quindi non si potrà giocare il 14: la Lega, in presenza dei ricorsi delle società, avrebbe potuto evitare di fissare la data.
La strategia alternativa del club biancoscudato: Fino a questo momento i periti nominati dal Padova e dal Comune non sono ancora riusciti a individuare con certezza la causa dei blackout avvenuti sabato allo stadio. Tutti i test condotti anche sulle centraline dell’Euganeo hanno escluso che si tratti di un problema interno allo stadio e, dunque, si sa con certezza che il Padova non ha avuto responsabilità nella vicenda. Il problema è che si è andati per esclusione e non si ha in mano la causa certa del problema. Questa strategia in sede di giustizia sportiva potrebbe presentare qualche falla, ragion per cui Grassani starebbe perfezionando il controricorso, per cui è stato già fatto preannuncio, puntando sulla mancanza dei 45 minuti per ripristinare l’impianto previsti da regolamento.
Proprio Mattia Grassani, noto esperto di diritto sportivo, è intervenuto lunedì sera a Telecittà durante la tredicesima puntata di Padova Goal, condotta da Dimitri Canello: “E’ difficilissimo prevedere come andrà a finire – ha dichiarato Grassani – anche perché non c’è giurisprudenza sportiva di un episodio come questo. Siamo in presenza di una gestione quantomeno anomala del post-partita, perché alla società ospitante e in questo caso al Padova non sono stati concessi i 45 minuti necessari al ripristino dell’impianto di illuminazione. Il Torino punterà ad attribuire al Padova la responsabilità oggettiva dimostrando come la causa del blackout fosse proprio la gestione del club dell’impianto stesso. Il Padova, al contrario, si appellerà alla mancata possibilità di risolvere l’anomalia entro 45 minuti come da regolamento. È una vicenda molto ingarbugliata e complessa, il comunicato dell’Enel rappresenta una prova rispetto ai contendenti di un soggetto terzo. Il Padova dovrà cercare di dimostrare che la nota dell’ente non sia completa ed esaustiva, magari rendendo evidenti malfunzionamenti di esercizi commerciali o di abitazioni adiacenti allo stadio. Questo è un caso unico che sicuramente farà giurisprudenza in futuro per come deciderà il giudice sportivo. Il verdetto? In gergo calcistico posso dire che si tratta di una partita da tripla»
Fonte | Gazzetta dello Sport | Corriere del Veneto | PadovaGoal.it
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