PADOVA In rappresentanza della società biancoscudata è stata la sola Barbara Carron a presentarsi in sala stampa: «Ho saputo che Cestaro stava male sul serio», ha spiegato la vicepresidente, «e il d.g. Sottovia è comunque presente. Spesso mi dicono che, quando le cose vanno male, sono sempre qui a metterci la faccia, mentre quando si vince ci sono centinaia di persone pronte a farlo: a me sta bene così».
Come si commenta quanto visto sul campo? «Questa serata non fa testo, abbiamo assistito ad una gara surreale e l’unica cosa che mi ha rallegrato è stata la meritata festa dell’Ascoli. Hanno dimostrato che con la volontà ogni obiettivo è raggiungibile, non si sono lasciati abbattere nemmeno dai punti di penalizzazione. Forse è proprio questo che nell’ultima stagione è mancato al Padova: non abbiamo avuto fame, o abbiamo solo creduto di averla».
Come spiegare un atteggiamento simile da parte di una squadra che lotta nelle prime posizioni? «I nostri problemi sono nati proprio dalla nostra posizione di classifica, rimanere troppo tempo nei playoff ci è stato fatale. Abbiamo vivacchiato tra la quinta e la sesta posizione, quando sia davanti che dietro di noi lottavano. Ma non voglio dare la colpa solo ai giocatori o a Dal Canto: abbiamo sbagliato tutti, dirigenza compresa».
Che prospettive per il Padova dell’anno prossimo? «Il nostro è un ambiente viziato. Siamo portati a pensare sempre allo stesso modo, abbiamo bisogno di un cambiamento totale che riveda anche il nostro modo di giudicare. Cosa salvare di quest’anno? Non saprei, non ho visto l’armonia nel gruppo Calcio Padova, com’era avvenuto negli ultimi tre anni. Lo ripeto: bisogna cambiare mentalità».
Il cambiamento potrebbe coinvolgere anche Cestaro? «Per quel che penso, il presidente dovrà darsi da fare per far sì che la tanto invocata inversione di rotta possa diventare realtà. Oggi si pensa che per vincere basti spendere tanti soldi, ma non è così».
Fonte | Francesco Cocchiglia per Il Mattino di Padova
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