(Stefano Edel) PADOVA Nel segno di Cestaro, anzi dei Cestaro. Sempre e comunque. Perché il fatto più significativo emerso dall’assemblea dei soci andata in scena ieri sera nella saletta “Mirò 1” dell’albergo Crowne Plaza di via Po, a due passi dal casello di Padova ovest, e durata un paio di ore (dalle 19.10 alle 21.10), è che Lorenzo Cestaro, il secondogenito dei tre figli del cavaliere, entra a pieno titolo nel Calcio Padova, di cui sarà uno dei vice-presidenti, con pieni poteri e soprattutto il compito specifico di controllare l’intera gestione. I tre padovani. L’altra notizia importante di un lunedì atteso come “snodo” fondamentale per capire quale potrà essere il futuro del club biancoscudato, sul quale la famiglia vicentina ha investito e continuerà ad investire molto, è che ora sappiamo con chi il patron sta trattando per allargare la compagine degli azionisti, soprattutto tenendo conto che con questi tre personaggi si può arrivare alla cessione di quote oscillanti fra il 20 e il 30% del pacchetto azionario. Sono: Giuseppe Bergamin, 59 anni, di Campo San Martino, proprietario della Sunglass, azienda leader a livello internazionale nella produzione di vetro curvo per l’architettura; Walter Tosetto, titolare con il fratello dell’omonima azienda di lavorazione della carne a Campo San Martino; Giampaolo Salot, consulente finanziario padovano e fondatore, tra l’altro, insieme a Luigi Rossi di Saro, società di mediazione creditizia attiva dal 1992. Con loro i colloqui sono ad uno stadio avanzato, ancora non c’è nero su bianco, ma è significativo che ieri sera, Cestaro jr. a parte, non si sia giunti a definire ruoli e incarichi del nuovo Cda, rinviando il tutto ad una terza, e definitiva, assemblea, che sarà dunque straordinaria, la cui data potrebbe essere fissata per lunedì 16 luglio oppure per venerdì 20. Da Baraldi a Sottovia. Cestaro si è presentato con le idee ben chiare al confrono con quelli che ha sempre considerato gli “amici” del suo Padova, cooptati come consiglieri anche con quote molto basse, al di sotto dei 50 mila euro in alcuni casi. Ad ognuno ha chiesto di aumentare il proprio contributo economico. «Ora dobbiamo essere bravi a tenere tutti i soci all’interno e magari portarne qualcuno di nuovo, salvo poi creare un comitato ristretto formato dai tre vicepresidenti e da un paio di soci che avranno potere decisionale e diritto di parola. Al momento non esce nessuno, poi verso il 20 luglio si vedrà» ha spiegato al termine della riunione. Il presidente poi ha aggiunto: «Ho fatto a tutti una proposta e adesso ognuno ha questi venti giorni davanti per valutare». Con Lorenzo vice, è possibile che a cedergli il posto nel futuro assetto di vertice sia Alberto Pilotto. Ma anche Francesco Peghin rinuncerebbe alla carica di vice per cederla al rappresentante del terzetto di imprenditori intenzionato ad entrare (Bergamin forse). Barbara Carron rimarrebbe al suo posto. Quanto a Luca Baraldi, Cestaro ha definito così la sua posizione: «Resta in Unicomm e continuerà a curare l’immagine sia del gruppo che del Padova. Certo, opererà a stretto contatto con Salvatori (che è stato presentato ai soci, ndr) per allestire la squadra del prossimo campionato. Sottovia? È con noi e con noi resterà. Ha chiara tutta la panoramica del Calcio Padova, ci rappresenta in Lega, ma aveva quella carica che non potrà più ricoprire. Non sarà l’amministratore delegato (figura assorbita da Lorenzo Cestaro, ndr)». Integrare vecchi e nuovi. L’idea del cavaliere, illustrata con dovizia di particolari (e vicino a lui, oltre al figlio, c’era Walter Pulcini, direttore finanziario della Unicomm, che non dovrebbe far parte del Cda biancoscudato, pur tenendo sempre in mano i cordoni della borsa), «è quella di “restringere” il Consiglio d’amministrazione con soci che deleghino altri, così da snellire il tutto». Ora il lavoro fondamentale è puntare ad un’integrazione fra il vecchio gruppo dirigente e i nuovi innesti. L’auspicio è che ognuno rispetti i ruoli e non travarichi le competenze degli altri. Su questo si gioca la scommessa più delicata: per arrivare a fare del Padova una società-modello a livello organizzativo. (…)
Marcello Cestaro ha inoltre confermato che il budget a disposizione per la stagione 2012/13 sarà di 8 milioni di euro, qualcosa in meno piuttosto che sopra tale “tetto”, comprensivo di tutto: allestimento della squadra, stipendi di giocatori, staff tecnico e dipendenti in sede. «Sinora», ha chiarito, «ci siamo. Abbiamo già speso 4 milioni in meno rispetto all’anno precedente». Soffermandosi sul mercato, ha fatto capire di aspettarsi molto dal d.s. Salvatori nei prossimi giorni per quanto concerne i “prestiti”, perché sono quei giocatori che, inseriti nel mosaico disegnato dall’allenatore Pea, potrebbero costituire il mastice fondamentale per assemblare come si deve vecchi e nuovi. Infine, sempre in tema di organico, ha puntualizzato: «Ci servono due punte come si deve». La vera sorpresa, però, si è avuta quando si è toccato il tasto del calcioscommesse, con il Padova, penalizzato di due punti, che comparirà davanti alla Corte di Giustizia Federale a Roma il prossimo 2 e 3 luglio, per il processo di appello. E con la società biancoscudata ci sarà ovviamente Vincenzo Italiano, squalificato per tre anni per tentato illecito relativo alla partita con il Grosseto del 23 marzo 2010. Il cavaliere è apparso sicuro quando ha confidato: «Da come ho visto Vincenzo, quando abbiamo discusso di questa faccenda, io credo in lui. Magari da giovane qualche birichinata l’ha fatta, ma adesso no. Ne verremo fuori puliti. Riprenderlo se gli tolgono la squalifica? Onestamente sì, a me è sempre piaciuto come modo di giocare e quindi una porta aperta per lui c’è. Mi auguro che possa avverarsi il suo desiderio di chiudere la carriera con il Padova».
Fonte | Stefano Edel per Il Mattino di Padova
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