E vissero tutti felici e contenti. Già, perché per una favola iniziata nella stagione 2002/03 (quando appena ventunenne approdò a Padova, collezionando 31 presenze condite da 11 reti), proseguita il 18 agosto 2010 – giorno del suo ritorno all’ombra del Santo – e bruscamente interrotta sul sintetico di Novara quel maledetto 15 gennaio 2011 serviva un lieto fine. Arrivato 356 giorni dopo. 6 gennaio 2012, Ascoli Piceno,44’del secondo tempo: il “Cigno” spiega le ali e fa il suo ingresso in campo, con tanto di boato della settantina di tifosi biancoscudati giunti nelle Marche. Sulla schiena, il numero 19. Sulle spalle, un cognome: Succi.
Queste le sue impressioni sul suo ritorno in campo, raccolte nella sala stampa del “Del Duca”: “Quello che più mi mancava era andare in ritiro ed indossare la maglia biancoscudata in una partita ufficiale! Che tanto anche se si sta fermi a lungo mica si disimpara a giocare a calcio… Emozionato? A dir la verità ero più concentrato a portare a casa il risultato! E poi non conta se ho giocato cinque minuti o poco più, l’importante è essere rientrato. Come mi sento? È come se fossi rinato, e non esagero… Quella di tornare a vivere lo spogliatoio è una sensazione bellissima, ma ne proverò una ancor più importante quando, una volta regolarmente presente in campo, riacquisterò a pieno la fiducia dei miei compagni, che mi sono stati molto vicini in quest’ultimo anno. Se ho paura di nuovi acciacchi? Neanche un po’… La testa è forse più dura di prima!”
Davide Succi chiude l’intervista parlando della prestazione dei biancoscudati: “Abbiamo giocato una bella partita contro un avversario tosto. Soprattutto la difesa si è comportata bene, andando sempre ad accorciare sui loro attaccanti è riuscita ad evitare di subire gol. Il girone di ritorno? Dovremo prestare particolare attenzione, perché più ci si avvicina alla fine e meno bisogna sbagliare…”.
Fonte | Gabriele Fusar Poli per PadovaGoal.it
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