PADOVA Padova-Crotone, la terza sconfitta casalinga del campionato, ha lanciato nuovi campanelli d’allarme in casa biancoscudata. Salutata quasi definitivamente la possibilità di raggiungere i primi due posti, i biancoscudati sono stretti ora nella morsa delle inseguitrici per gli ultimi posti playoff. Ma a preoccupare è la prova deludente offerta sabato all’Euganeo. La squadra non ha mostrato gioco, palesando nuovamente gravi lacune difensive. Ds Rino Foschi, il quadro non è dei più rosei. «Invece non bisogna fare nessuna tragedia, come sto sentendo da più parti. Dobbiamo mantenere equilibrio pur senza nasconderci dietro un dito. Sabato è stata una giornata nera, non di un singolo ma di tutta la squadra. Una partita brutta, come ci era già capitato a Bari. Ma da qui a fare un dramma ce ne passa, è stata solo una gara storta». Quel che più ha lasciato perplessi è stata la resa di molti giocatori dal punto di vista fisico e mentale. Gran parte della squadra è sembrata scarica e con una condizione di forma non ottimale. «Non diciamo sciocchezze. Noi siamo carichi, altro che scarichi. Una squadra scarica si allena male e non ha stimoli. Noi invece ci alleniamo molto bene e abbiamo grandi motivazioni. Dal punto di vista fisico, poi, siamo in ottima salute. È stata solo una giornata storta, favorita dal fatto di aver incontrato una formazione che non ci ha permesso di esprimere le nostre doti. Abbiamo sofferto la velocità dei loro brevilinei e non siamo riusciti a controbattere adeguatamente». Si è sempre elogiato questa formazione per il grande carattere che l’ha portata a rialzarsi dopo tante batoste. Il rovescio della medaglia, però, vi vede incapaci da 3 mesi a questa parte di vincere due gare di seguito. «Purtroppo non è vero che abbiamo tutto questo carattere visto che sabato abbiamo toppato. Non abbiamo ancora trovato continuità, abbiamo dei limiti e ne siamo consapevoli. Ma sappiamo anche il modo in cui andare avanti e un clima negativo di certo non ci giova. In questo momento per dare il meglio ci vuole massima positività da tutto l’ambiente». L’ambiente, invece, sembra abbattuto. Sono ripiombate le critiche nei confronti di Dal Canto e una buona fetta di tifosi vorrebbe la sua testa. Il tecnico è in discussione? «Non rispondo nemmeno a una domanda del genere. Si fa solo del male alla squadra dicendo che Dal Canto rischia se non va bene a Livorno. Abbiamo un allenatore giovane e preparato che ha tutta la mia stima. Ha raccolto due punti di media a partita da quando è arrivato e adesso per una gara persa lo si mette in dubbio? Cerchiamo di esser seri». È un dato di fatto, però, e l’ha fatto capire anche il tecnico, che qualcuno soffra la concorrenza. Non è che la rosa sia troppo abbondante? «Assolutamente no, il problema sarebbe solo il contrario, ovvero quello di una rosa carente. Siamo tutti professionisti e i giocatori devono accettare la panchina come la tribuna». Un nome su tutti, quello più amato: Italiano. Il capitano è finito in tribuna, c’è rimasto male e si parla di un suo malessere per il rinnovo di contratto che non arriva. Le scadenze contrattuali possono distrarre i giocatori? «Dobbiamo smetterla di parlare di questo. Il 60% dei giocatori italiani è in scadenza ed è giusto che sia così. Bisogna guadagnarsi il rinnovo ogni giorno, i giocatori sono professionisti e devono accettare le scelte dell’allenatore». La classifica preoccupa? «No, perché è rimasta invariata. Siamo quinti e da inizio campionato non abbiamo mai abbandonato la zona playoff. Sul campo abbiamo raccolto 56 punti, un cammino importante. Stiamo andando avanti tra alti e bassi ma ora pensiamo solo a rifarci a Livorno. Siamo ottimisti». Oggi ripresa alle 15 a Bresseo.
Fonte | Stefano Volpe per Il Mattino di Padova
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