BRESSEO Domanda a bruciapelo a Rino Foschi, prima dell’allenamento conclusivo in vista del derby di stasera: direttore, lei crede alla legge dei grandi numeri? Il dirigente sorride e risponde con una battuta: «Solo i maghi possono capire tale legge. Sono 54 anni che non si vince in casa del Vicenza? 54 è un buon numero…».
Come dire: è ora di sfatare il tabù. E dato che lo si è sfatato, quest’anno, ad Empoli, dove non si raccoglievano i tre punti in un colpo solo da una… vita, sarebbe bene concedere il bis. Foschi, reduce da due partite visionate fra venerdì e sabato, Sassuolo-Empoli e Cittadella-Sampdoria, fa brevemente il punto della situazione: «Il ritorno dei blucerchiati? Ci sta, hanno un organico di tutto rispetto, arricchito a gennaio, con la moneta, di altri giocatori importanti (Eder , Pellè, Juan Antonio e Berardi, ndr). Uno di questi, fra l’altro, c’interessava (Berardi). Poteva starci un pari, sabato, al Tombolato, il secondo gol di Pellè era evitabile. Quanto al Sassuolo, rimango perplesso, con un tiro in porta ha vinto ed è salito a quota 62, al secondo posto. Io dico che, se giochiamo così, e non è la prima volta che la squadra di Pea lo fa, usciamo dal campo tra i fischi dei nostri tifosi. Eppure, guardate dove sono i modenesi…».
Venendo a stasera, il d.s. biancoscudato ripete quanto già detto in altre occasioni: «Il nostro destino dipende esclusivamente da noi, mi sembra chiaro. La partita è importante, ma lo è ancor di più perchè è un derby. Con la testa dobbiamo ripartire da quel 90’ di Padova-Varese, il pari ancora ci brucia e dev’essere un motivo in più per far bene». Anche perchè, appunto, non si fa bottino pieno al Menti dal 9 marzo 1958, un 1-2 che porta la firma dei panzer di Rocco. «Sarebbe il momento giusto per firmare un’impresa – conclude Foschi – I ragazzi stanno bene, al mister spetta il compito di scegliere gli undici iniziali. Mi auguro di vedere una buona partita». Il risultato? «Non mi pronuncio, per scaramanzia. Il Vicenza ha l’acqua alla gola, è avversario scomodo, deve fare risultato. Ma anche noi dobbiamo farlo. Insomma, non è facile per nessuno dei due»
Fonte | Stefano Edel per Il Mattino di Padova
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