“Sì, c’ero anch’io all’Appiani il 13 giugno 1993”. Fabrizio Lorieri (48 anni) ora preparatore dei portieri del Lecce ha cercato di cancellare quella domenica amara, ma i ricordi affiorano sempre. E allora colui che ha difeso la porta bianconera per ben quattro anni (89-93 due in A, due in B) chiede alla sua ex squadra di vendicare quella sconfitta che costò la promozione in serie A.
“Credo che l’Ascoli ce la possa fare, ce la deve fare, anche per noi che quella domenica abbiamo pianto a fine partita”.
Lorieri, sono ricordi brutti, ma che fanno parte anche loro come quelli belli della storia dell’Ascoli.
“Si, in questi anni ho cercato di azzerare quella partita, ma non ci sono riuscito”.
Possiamo dire che fu un Padova davvero cinico?
“Una flebile speranza di agguantare la promozione l’avevano, ma avrebbero dovuto contare su una serie di risultati negativi delle altre, credevano in un ipotetico spareggio. Ricordo che trovammo un ambiente per niente facile”.
Si giocò all’Appiani, uno stadio vecchia maniera…
“Infatti in campo ci arrivava di tutto, anche gavettoni d’ acqua ed altro. Ricordo che i tifosi dell’Ascoli erano tanti e non aver regalato a tutta quella gente la soddisfazione che meritava mi fa ancora male”.
Che ricordo ha dei tifosi bianconeri?
“Bellissimo, è una tifoseria che quando vuole sa essere molto calda, sa come far sentire la vicinanza alla squadra, nei momenti importanti è il dodicesimo uomo in campo”.
L’Ascoli anche stavolta si gioca quasi tutto a Padova, ma all’Euganeo.
“Si, ma stavolta andrà bene, la squadra ha dimostrato grande carattere, c’è la consapevolezza di essere arrivati a giocarsi la salvezza per come era iniziato il campionato è già un bel traguardo. Penso anche che l’Ascoli sia la squadra messa meglio da tutti i punti di vista. Il Padova ha meno motivazioni, non si gioca nulla, le motivazioni faranno come sempre la differenza. Ricordando come andò a finire qualla partita di 19 anni fa, l’Ascoli deve mantenere l’equilibrio giusto, non ci deve essere ne euforia in caso di vantaggio, ne sconforto se si dovesse andare in svantaggio. Perchè sono partite che possono cambiare risultato in ogni momento”.
Questo Ascoli ha dimostrato comunque equilibrio…
“Si, è quello che ho notato anche io e non ha mai mollato, lo sono convinto che ce la possa fare e poi con tifosi come quelli bianconeri tutto è più facile”.
Può subentrare la stanchezza?
“Penso che i valori morali e caratteriali dell’Ascoli possano fare la differenza, mi auguro che anche questo campioanto finisca nella maniera migliore come quello passato”.
In città si sta vivendo una settimana importante, decisiva…
“Immagino, ma il tecnico sa che gare così determinanti vanno preparate con intensità, convinzione, ma allo stesso tempo con serenità, senza caricarle troppo, la tensione c’è già, esasperarla potrebbe essere deleterio”.
Riuscire nell’impresa sarebbe come vendicare un po’ anche voi.
“E già, per questo rivolgo un appello a Guarna affinchè possa vendicare me e quella sfida. Auguro all’Ascoli di salvarsi sabato, e al Vicenza allenato da Gigi Cagni, mio amico e tecnico con il quale ho lavorato per diversi anni di poter diputare gli spareggi e magari vincerli così entrambe le squadre restano in B”.
C’è un giocatore dell’Ascoli che secondo lei potrebbe ambire a qualcosa di più della serie B?
“Sarebbe riduttivo dire Papa Waigo, lo conosciamo tutti, ma io punto su Guarna, forse perchè è un portiere e me ne intendo, ma vi assicuro che è davvero forte, è giovane e potrebbe fare bene anche in serie A”.
Fonte | Corriere Adriatico
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