Qui Livorno, mister Nicola: «Pronti alla battaglia, sappiamo di avere i tifosi al fianco»

Mister Davide Nicola ha parlato al Tirreno in vista della sfida di questa sera contro il Padova:
Nicola, soddisfatto del mercato? «Sì. (…) Volevo che fosse confermata l’ossatura della squadra dell’anno scorso che vale molto di più del diciassettesimo posto. Sono stato accontentato. Ora diamo fiducia a chi c’è. (…) Il nostro obiettivo comune è chiaro: la salvezza senza nessuna sofferenza». Nulla di più ? «Ora è fondamentale non farci prendere dall’entusiasmo e non cambiare ogni tre giorni il livello delle nostre ambizioni. Altrimenti si genera insicurezza». Parliamo della partita. Il Padova è un cliente scomodo. «Sì, ha valori tecnici e fisici importanti. Come noi sono alla ricerca di una precisa identità, ma il loro disegno tattico, che prevede una difesa con dieci uomini e veloci ripartenze, rende la loro opera più veloce e agevole della nostra». Ha in mente una gabbia per Cutolo? «Di sicuro Cutolo è un giocatore a cui non è possibile lasciare lo spazio per il dribbling e il tiro perché altrimenti ci può fare molto male”. Belingheri out ed Emerson confermato davanti alla difesa? «Luca è tornato in gruppo, ma si è allenato poco. Il brasiliano non è una novità per me e ad inizio carriera ha giocato da centrocampista, per cui…» In settimana la città è stata tappezzata d’amaranto. Gli abbonati sono già 2100. Che cosa si sente di dire ai tifosi? «Non siamo in grado di mandare messaggi verbali. Possiamo solo dimostrare sul campo che questi primi due mesi sono stati utili per cementare il senso di appartenenza. Volete qualche esempio? Se Paulinho avesse voluto si sarebbe impuntato e sarebbe andato altrove». Sì, ma provi a mandare un sms a chi vi ha già dimostrato affetto e fiducia. «Chiedo solo un pizzico di pazienza. Vogliamo costruire insieme a loro qualcosa di importante, che li faccia sentire partecipi del nostro progetto. Noi vogliamo impersonificare le vostre aspettative. Adesso non abbiamo problemi, ma ne avremo. Ecco. In quei momenti non lasciateci soli».
Fonte | Fabrizio Pucci per Il Tirreno