Corriere del Veneto: PADOVA – La nuova bufera sul calcioscommesse che ha portato in carcere Omar Milanetto e causato una perquisizione nell’abitazione di Vincenzo Italiano potrebbe accelerare la voglia di rivoluzione coltivata da Marcello Cestaro. Oggi è una giornata decisiva per il futuro del Calcio Padova, perché il cda in programma nella sede del club in viale Nereo Rocco sarà decisivo per comprendere le decisioni della proprietà. Il caos che regna è sovrano, a cominciare da quanto dichiarato da Alessandro Dal Canto in conferenza stampa al termine di Padova-Ascoli: «Avevamo individuato i rinforzi sul mercato di gennaio, ma è arrivato un input dall’alto che ci ha impedito di portare a termine la nostra strategia». La versione è stata confermata anche da Rino Foschi. Qual’era, dunque, la strategia del ds biancoscudato? A quanto siamo riusciti a ricostruire, la volontà era quella di vendere Daniele Cacia al Siena, acquistando Federico Dionisi dal Livorno e nella stessa operazione inserire anche Daniele Vantaggiato. In questo modo ci si sarebbe liberati di un ingaggio pesante come quello di Vantaggiato, che ha un contratto fino al 30 giugno 2014, sarebbe arrivato un esterno per il 4-3-3 e ci si sarebbe liberati di una punta centrale, visto l’affollamento nel reparto offensivo. Contemporaneamente sarebbe arrivato anche uno fra Pesoli e Acerbi per rinforzare la difesa. A quel punto è successo qualcosa. Dal Canto e Foschi sostengono che ci sia stato uno stop (di Baraldi?) arrivato dall’alto, due diverse alte fonti alla Unicomm e una vicina a Baraldi assicurano che non c’è stato alcuno stop, ma solo un semplice ridimensionamento del budget. Insomma, Foschi non aveva più carta bianca, considerato che l’obiettivo della famiglia era quello di ridurre le uscite. Ma questo non significa che ai piani alti della Unicomm non comprendessero perfettamente come in quella situazione un rinforzo avrebbe potuto fare la differenza nella corsa promozione e, dunque, spiegano che non sono stati chiusi i rubinetti, se così vogliamo dire. Chi dice la verità? Lo potrebbe chiarire, a questo punto, soltanto Marcello Cestaro e prima o poi forse lo farà. Oggi, intanto, ecco il bivio. Luca Baraldi e Rino Foschi non possono convivere, su questo non ci piove. La presenza dell’uno esclude quella dell’altro, Baraldi è in scadenza di contratto, Foschi ha un vincolo fino al 30 giugno 2013, così come Dal Canto e il suo staff. L’unica certezza è che il tecnico trevigiano non verrà riconfermato, il resto lo sa soltanto Cestaro. La voglia di ridurre drasticamente il budget, le pressioni della famiglia alle prese con oltre 10 milioni di passivo dell’esercizio dell’attuale stagione, il calcioscommesse, la scadente gestione societaria a stagione in corso di Foschi e la necessità di operare un serio controllo dei costi sono elementi che spingono nella direzione di Baraldi, l’indiscutibile capacità del ds a operare sul mercato e il suo contratto in essere depongono a suo favore. Come finirà? Sullo sfondo anche le trattative con due imprenditori veneti interessati ad acquisire una quota di minoranza, che però non vengono ritenuti soggetti credibili da Cestaro. Insomma, un bel rebus. Inutile, in questo quadro, fare il nome di direttori sportivi e allenatori alternativi. Sono almeno venti, fra gli uni e gli altri, i nomi circolati. Non resta che attendere per sapere.
Alberto Pilotto, uno dei vicepresidenti del Padova, in mattinata intanto ipotizza l’uscita dal Padova: “L’anno scorso ho pagato la mia quota di partecipazione, quest’anno, in forza di precisi accordi con il Cavaliere, che ho rispettato, non mi sento in difetto con nessuno. Prenderò una decisione sulla mia permanenza insieme a Cestaro quando saranno delineate le strategie future”.
Fonte | Dimitri Canello per Corriere del Veneto
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