Dalle 11 di mattina fino alle 17. Questa è stata la durata del terzo sopralluogo andato in scena ieri all’Euganeo per capire le cause del black out (3 dicembre) nel match con il Torino, vinto poi dai biancoscudati 1-0; La partita, come noto, è stata portata a conclusione, con gli ultimi 15 minuti giocati appena dieci giorni dopo e che hanno sancito la vittoria biancoscudata sul campo (1-0 firmato Ruopolo prima che i fari iniziassero a fare le bizze) e aperto una vera e propria battaglia legale. Il Torino ha presentato ricorso che il giudice sportivo prima ha respinto per un vizio di forma, quindi ha accolto chiamando in causa la Procura Federale. Quest’ultima, dopo aver mandato i propri ispettori allo stadio un mese fa, ha nominato il perito che ha bussato alle porte di Viale Rocco ieri mattina.
A effettuare il sopralluogo è stato il perito elettromeccanico, nominato dalla Procura Federale della Figc e iscritto all’albo di Roma, accompagnato nell’occasione da due collaboratori di quest’ultima. Non solo, perchè al loro fianco erano presenti anche le due società: il Padova con il suo perito di fiducia, e anche il Torino ha colto l’occasione per inviare all’Euganeo il proprio segretario generale, Pantaleo Longo, accompagnato da un paio di legali, mossa a sorpresa che non deve aver fatto fare i salti di gioia alla società biancoscudata (anch’essa rinforzata dai propri avvocati) in una sorta di guerra fredda iniziata proprio dopo il clamoroso dietrofont del Torino, quel pazzo 3 dicembre, con i granata prima accordatisi per proseguire la sfida il giorno dopo, quindi rientrati in fretta e furia in Piemonte con le carte bollate già in mano.
«La presenza delle due società è stata una decisione della procura federale per questioni di maggiore trasparenza – spiega l’amministratore delegato Gianluca Sottovia – Noi non abbiamo nulla da nascondere».
Tra le varie verifiche che sono state compiute, naturalmente, anche quella relativa all’accensione dell’impianto di illuminazione. L’ispezionare all’impianto è cominciata alle 11, si è fermato per mangiare un panino, quindi ha proseguito quasi fino alle 17, tra varie prove che hanno visto l’Euganeo illuminarsi in pieno giorno. «Ha voluto esaminare bene l’impianto, anche per conoscerne il funzionamento- le parole del direttore generale biancoscudato Gianluca Sottovia- Ci siamo messi a completa disposizione degli uomini della Procura, presentando la documentazione che ci è stata richiesta e spiegando tutte le procedure che sono state fatte per appurare la causa di quel blackout, che i nostri periti hanno indicato come “esterna” e dunque a noi non imputabile. Abbiamo dato tutte le risposte alle loro domande sia a livello tecnico e sia a livello di documentazione». L’ingegnere Gaetano Natarella, ha portato la documentazione che era stata richiesta al Comune, proprietario della struttura. Il tutto si è svolto lontano da occhi indiscreti.
Quanto alla tempistica per il verdetto del sopralluogo, si potrebbero ipotizzare 10 giorni nella migliore delle ipotesi, come 20-25 giorni. Raccolte le informazioni, il perito elettromeccanico dovrà fare appunto la perizia e trasmetterla alla procura federale che la integrerà, o meno, con altra documentazione. Il tutto, poi, sarà girato al giudice che si esprimerà. E il verdetto potrà essere oggetto di appello alla corte di giustizia federale da parte di una delle due parti, Torino o Padova: quella ovviamente scontenta.
Fonte | Pierpaolo Spettoli per Il Gazzettino | Stefano Volpe per Il Mattino di Padova
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