«È stato lanciato un sasso nello stagno e ne è nato uno tsunami, ma di solidarietà». Sono partiti di buona lena ieri mattina da Mestrino, il loro punto di raccolta. Hanno riempito un camion ed un furgone di cibo, giocattoli ed ogni tipo di oggetto che possa portare un po’ di sollievo a quanti sono stati costretti ad abbandonare la propria casa a seguito del sisma che ha messo in ginocchio l’Emilia Romagna. Gli Ultras del Padova prima hanno devoluto parte del ricavato di Appiani in Festa, poi hanno fatto il colpo da novanta: ieri sono andati a Modena per portare aiuti ai terremotati. Hanno ricevuto il sostegno di tante associazioni che hanno trovato in Cristina Bernardi, presidente di SosPma onlus, un catalizzatore di solidarietà. A metà della settimana scorsa Agostina, moglie di Daniele Renna, ha chiesto al marito come poter aiutare gli sfollati: è stato il “la” che ha avviato una “macchina” di aiuti che ha concluso ieri a Cavezzo, in provincia di Modena, la prima tappa del proprio percorso. «Un bimbo ci si è avvicinato e ha preso un monopattino dal furgone», spiega Daniele Renna, «in quel momento gli è tornato il sorriso ed è corso via felice. I suoi giocattoli sono rimasti tutti nella sua casa, resa inagibile dal sisma». È partito da Mestrino insieme ad Agostina, Paolo, Damiano, Davide, Alessandro e Gabriele. «Eravamo tanti, servivano braccia per scaricare i bancali di cose che abbiamo raccolto in appena tre giorni. Abbiamo iniziato venerdì sera al bar Statale 11: lì sono stati raccolti fondi per acquistare beni di prima necessità, poi sabato in piazza Mercato è stata una sorpresa vedere quanta gente ha partecipato alla raccolta. E facebook ha fatto il resto: in pochi giorni abbiamo avuto più di trecento adesioni». In gran parte sono tifosi del Padova che fanno capo alla Tribuna Fattori: sono loro che sui social network chiedevano se potevano essere utili pupazzi e giocattoli, scatolame e coperte. Cristina Bernardi dal canto proprio, a pochi giorni dal terremoto, era già in Emilia a rendersi conto della situazione: «Parlando con la Protezione civile e gli stessi terremotati mi sono resa conto che c’erano esigenze specifiche, dai pannolini per i bambini alle lenzuola, alle federe, poi i giocattoli, rimasti tutti nelle case lesionate dal terremoto». Tramite il passaparola è nata la prima raccolta di beni di prima necessità, in cui sono stati coinvolti tutti, da Barbara Carron, vice presidente del Padova, al Csv, il centro servizi per il volontariato: «[...] Chiunque volesse consegnare materiali o alimenti potrà recarsi alla sede del Csv, all’interno del Centro socio sanitario dei Colli. A Cento, Cavezzo, Mirandola, Vigarano Maderno è stato evidenziato come l’urgenza non sia il cibo, ma vestiario, pannolini, omogeneizzati, latte in polvere e a lunga conservazione, giocattoli».
Fonte | Fabiana Pesci per Il Mattino di Padova
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