PADOVA È stato il calciatore biancoscudato più presente in serie B degli ultimi 20 anni. Domani sera Francesco Renzetti troverà per la prima volta il Padova da avversario, dopo quattro stagioni, 140 presenze in campionato e un addio piuttosto traumatico. La colonna della fascia sinistra ha cambiato aria la scorsa estate, svincolandosi a parametro zero, dopo aver declinato la proposta di rinnovo arrivata a gennaio, e firmando a luglio con il Cesena. Lasciando un’eredità che, visto il traballante avvio di campionato, dev’essere ancora raccolta. «A Padova ho trascorso degli anni splendidi, ma non mi pento della scelta fatta», ha spiegato il terzino. «Sono molto contento di essere a Cesena, dove mi sento di essere cresciuto già in questi primi sei mesi». Lo considera quindi un passo avanti nonostante sia rimasto in serie B? Su di lei si vociferava ci fossero parecchie squadre della massima serie. «Io non ne faccio una questione di categoria, ma per il proseguo della mia carriera ho valutato che fosse giusto cambiare aria. È vero che il Padova mi aveva proposto il rinnovo a gennaio, ma in quel momento ho preferito temporeggiare e riflettere sul mio futuro. L’ultima stagione è stata molto complessa, poi è arrivato il cambio societario e ho deciso di prendere un altra strada». Ha parlato di “cambiare aria”. Sulla scelta può aver influito anche la pressione di una piazza tanto esigente? «No, a Padova c’è una tifoseria importante, che giustamente si aspetta tanto dalla squadra. Io ho un ricordo molto bello della società e della città. Spero di aver lasciato qualcosa di positivo nel cuore della gente. Le pressioni ci sono dappertutto, la settimana scorsa ho giocato ad Avellino e il pubblico di casa ha cominciato a mugugnare dopo un quarto d’ora nonostante la squadra, da neopromossa, sia quarta in classifica». Ripensando ai suoi quattro anni trascorsi in Veneto, cosa le viene in mente? «Ancora adesso, prima di addormentarmi, ci sono delle volte in cui mi metto a pensare alla strepitosa cavalcata che ci portò a sfiorare la serie A nel 2011. Furono due mesi memorabili, in cui vivemmo delle emozioni fortissime, peccato solo che il sogno svanì all’ultimo». Dei tanti allenatori che ha avuto, chi le è rimasto più impresso? «Tutti sono stati importanti per la mia crescita, anche se sia il primo che l’ultimo anno sono stati assai travagliati. Nel complesso credo che Calori prima e Dal Canto poi abbiamo fatto un ottimo lavoro». È rimasto molto legato a Trevisan e Legati. Sa che si dice che possono raggiungerla entrambi a Cesena? «Ho letto anch’io, ma credo sia prematuro parlarne. Li sento quotidianamente, mi dispiace che Trevor non possa esserci domani e auguro il meglio ad entrambi. A parte loro, sarà un piacere rivedere tante persone care. La gara contro il Padova avrà un valore diverso dalle altre, ma spero di non farmi condizionare in campo dalle emozioni che proverò». Si aspettava questo avvio difficile dei biancoscudati? «No, fa un certo effetto vederli in fondo alla classifica. Ma il campionato è lungo, con un filotto positivo possono risollevarsi». Voi, invece, puntate alla promozione? «Prima pensiamo a raggiungere la salvezza, è quello il nostro obiettivo».
Fonte | Stefano Volpe per il Mattino di Padova
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