E’ stata una delle figure di spicco della Genova imprenditoriale e sportiva degli ultimi cinquant’anni. Riccardo Garrone, presidente della Sampdoria e presidente onorario della Erg, gruppo petrolifero lanciato da qualche anno verso le energie alternative (eolico e solare) è morto ieri. Aveva 76 anni e da tempo era malato.
Riccardo Garrone ha assunto giovanissimo la guida della Erg nel 1963, dopo l’improvvisa scomparsa del padre Edoardo, fondatore della società nel 1938, per un incidente di caccia. Sotto la sua guida la piccola raffineria di Genova si è ingrandita, anche a colpi di acquisizioni, sino a diventare il primo gruppo petrolifero privato italiano. Personaggio non facile, ma dotato di grande umanità e generosità, ha avuto per lunghi anni la convinzione di non essere compreso dalla sua città e dai genovesi, tanto che una serie di progetti di riqualificazione di aree urbane della Superba da lui presentati sono stati sistematicamente bocciati.
Due volte presidente degli industriali genovesi, Garrone nel 2002 ha acquistato la Sampdoria dalla famiglia Mantovani. Ed è stato subito amore. La tifoseria blucerchiata gli ha tributato un affetto secondo soltanto a quello nei confronti del mitico presidente dello scudetto Paolo Mantovani. Per la prima volta Garrone si è sentito amato, circondato dall’affetto e dalla simpatia dei concittadini. Ha investito sulla squadra, con Cassano e Pazzini ha fatto sognare i tifosi. Poi è venuto il divorzio con il talento di Bari vecchia, l’amarezza per il litigio di quello che considerava come un figlio (ne aveva sei “veri”, quattro maschi e due femmine). Improvvisa, la malattia lo ha tenuto lontano dalla squadra, passata sotto le redini del primogenito Edoardo, vicepresidente operativo. Lo stesso Edoardo e il secondogenito Alessandro avevano già da tempo preso la guida della Erg, guidandola in un’opera di profonda trasformazione.
Lunedì la morte improvvisa, quando sembrava che Riccardo, “Duccio” per gli amici e per chi gli voleva bene, sembrava si fosse ormai ripreso. Tanto da ricomparire a Marassi e ai tavoli dell’amato ristorante Europa, dove si concedeva appassionate partite a carte con l’amico Aldo Spinelli e un pugno di imprenditori amici.
Fonte | Teodoro Chiarelli per La Stampa
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