È scappato da ormai sei anni per tornare nella natìa Svezia, lasciandosi alle spalle una scia di debiti. Figurarsi se si è mai preoccupato di presentarsi al processo davanti al tribunale di Padova che dovrà giudicarlo, appunto, per bancarotta fraudolenta (deve rispondere di essersi intascato oltre 174 mila euro) e documentale per aver reso impossibile la ricostruzione di tutta la contabilità e il movimento affari della sua ditta, J&D Royal srl, poi fallita. Lui è Jens Christian Bernhardsson, 41 anni, noto come “mister sponsor” quando, dal suo arrivo nella città del Santo nel 2003 fino a poco prima della fuga, il suo nome era associato al Calcio Padova (di cui è stato vice-presidente), alla pallanuoto e al volley (che ha copiosamente finanziato) oltreché al palasport San Lazzaro, denominato in suo onore “Pala Bernhardsson”. Ieri davanti ai giudici è stata chiamata a testimoniare l’ex moglie Lamarica Molinari che, dal 2007, non lo ha più visto: «Mia marito di punto in bianco è scappato con un’altra donna… Eravamo soci nell’azienda e ricordo che ogni mese si tratteneva un sostanzioso stipendio di cui non mi dava conto». L’ex consorte ha spiegato di essersi trovata improvvisamente sola ad affrontare una marea di guai, anche giudiziari. E tanti “buchi” e scoperti lasciati dal marito che non l’aveva informata del reale (pessimo) andamento della società. È il 21 febbraio 2008 quando il tribunale di Padova pronuncia la sentenza di fallimento per la J&D Royal srl, operativa nell’import-export di prodotti alimentari: il curatore Riccardo Gavassini scoperchia un vero disastro e trasmette gli atti alla procura che avvia un’inchiesta affidata al pm Paolo Luca. Si scopre che Bernhardsson ha distratto dalle casse sociali soldi senza l’autorizzazione dei soci, facendo sparire beni e merci dal magazzino e distruggendo libri e scritture contabili. Tra i suoi debitori figura anche il Calcio Padova per 144 mila euro. E lui, che sembrava un piccolo genio dell’impresa (e aveva aperto un negozio di mobili Hastens al Nt Center in via San Marco), che fa? Fugge rendendosi irreperibile di fronte alla giustizia (ha un difensore d’ufficio, l’avvocato Francesca Betto). L’ultima residenza è a Simrishamn, piccolo centro sul mare a 600 chilometri da Stoccolma. La sentenza prevista per il 6 marzo.
Fonte | Cristina Genesin per Il Mattino
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