VILLA DEL CONTE Il viaggio de Il Mattino di Padova all’interno del tifo organizzato biancoscudato prosegue nel profondo nord della provincia. Quella che nel corso degli anni ha rischiato di essere una zona fertile per attirare le simpatie calcistiche verso Cittadella si conferma, invece, come una roccaforte del Padova. Stiamo parlando di Villa del Conte, paese di poco più di 5mila abitanti e che da due anni a questa parte è sede dell’omonimo club affiliato all’Aicb. “Villa del Conte biancoscudata” potrà sembrare anche un nome banale, ma racchiude quella che è la vera essenza del gruppo: essere riusciti a legare ai colori del Padova l’intero comune. «Quel che ci ha più sorpreso», confessa Jacopo Agostini, factotum del club, «è la partecipazione di tutta Villa del Conte alla nostra associazione. Nel corso delle due feste che abbiamo organizzato, e nelle quali abbiamo ospitato i calciatori del Padova, non c’è stato nemmeno un commerciante del luogo che si sia tirato indietro. Tutti hanno voluto offrire qualcosa per la nostra lotteria, per finanziare il club e anche per beneficenza». I soci del club, infatti, si sono dati da fare nel corso di questa estate per promuovere un torneo di calcetto e raccogliere i fondi destinati a Davide Onlus per costruire una scuola in India. Tutto il paese è legato al club, dal sindaco al parroco, che in occasione delle partite casalinghe del Padova mette a disposizione gratuitamente il proprio pullmino per permettere ai tifosi di raggiungere l’Euganeo. «E ultimamente don Danilo sta benedicendo il mezzo ogni volta che torniamo a casa, sia per i risultati della squadra sia per le imprecazioni che lanciamo quando il Padova perde», scherza Agostini. Un gruppo nato grazie a Calori e… Mourinho. «Abbiamo deciso di fondare il club dopo una trasferta a Novara, con il Padova che pareggiò 1-1 ad inizio 2011. Segnò El Shaarawy e si fece male Succi. A spingerci a farlo anche l’esempio del club interista di Villa del Conte, che dopo i successi del triplete è diventato il secondo Inter club più grande del Veneto. Noi nel nostro piccolo riusciamo ad essere sempre un centinaio, al bar Centrale, quando gioca il Padova, la sala è piena e quel che mi dà più soddisfazione è essere riuscito a trasmettere nel cuore di tanta gente l’amore per il biancoscudo. Ora da queste parti non si segue il Padova solo se vince, ma lo si sostiene sempre e comunque».
Fonte | Stefano Volpe per Il Mattino di Padova
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