VERONA – La meta: «I play-off». Come raggiungerla: «Tra le altre cose, proteggendo lo zoccolo duro. Ad esempio, il Bologna ci ha chiesto Gomez ma lui non si muove. E nemmeno Hallfredsson». Primi puntini sulle i per Maurizio Setti, il nuovo presidente del Verona. Nella sede di via Torricelli, la sua presentazione ufficiale. Vicino a lui, il nuovo direttore sportivo Sean Sogliano. E, soprattutto, l’uomo che gli passa il testimone, cioè Giovanni Martinelli, che rimarrà in società con una quota del 20% (a Setti l’80%).
Sala affollata, e oltre ai media locali arrivano anche i tifosi, per conoscere l’imprenditore di Carpi, classe ’63, attualmente titolare della società di moda femminile Antress e reduce dall’esperienza nel Bologna. «Sono qui perché adoro le sfide, il Verona mi dà stimoli importanti, è una grossa responsabilità e non ho paura. Dovrò farmi amare, perché questa è una piazza giustamente esigente, ma voglio farlo attraverso il lavoro, l’impegno, la passione, non le parole e basta.
Il Verona deve tornare grande in Italia, non solo qui in città». Nessun dubbio sull’allenatore Andrea Mandorlini: «Grande tecnico, mi piace come fa giocare la squadra, è lui l’uomo giusto». Al popolo dell’Hellas più di una carezza. «Pubblico da brivido, so quanto è forte l’attaccamento a questa maglia e so che Verona si è scottata, in passato: state tranquilli, non si ripeterà». Ancora adesso i tifosi gialloblù non hanno digerito l’arbitraggio di Massa nel match di ritorno con il Varese e quel rigore negato a Ferrari. Setti assicura: «Cercheremo di tutelare il Verona anche nel Palazzo». E poi lancia un messaggio: «Sarebbe inaccettabile non poter comprare giocatori di colore per paura di discriminazioni razziali. Il calcio africano, tra qualche anno, diventerà un riferimento fondamentale, sul mercato. E gli episodi delle multe non devono ripetersi».
Fonte | Corriere del Veneto | Foto Sartori Fotoland
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