
Fonte | Giulio Di Feo per Gazzetta dello Sport, Giulio di Feo
«Niente bici, niente playstation…». E allora? «E allora il pallone era la cosa che costava di meno. Giocavo ovunque, per strada, in casa, pure in cucina. E la mamma si incazzava, perché spaccavo tutto». Dalle credenze di casa Farias a Sorocaba fino alle reti d’Italia passa un oceano, ma il concetto non è molto diverso. Perché il piccolo Diego, Farias appunto, si vede che col pallone si diverte da morire. Lo coccola, gli dà del tu, lo shakera con finte improvvise e sta cominciando a buttarlo dentro. Fin qui è il miglior marcatore del Padova, e quando non lo innesca la squadra si innesca da solo. Come in casa della Pro Vercelli, finta e destro sul palo opposto. Primo gol della doppietta e chicca che vale ancora di più visto che a Farias iniziavano ad appiccicare un’etichetta scomoda: bello da vedere, ma non la butta dentro. «Ora però è diverso. Pea e il modo in cui gioca mi aiutano, ma anche in me è cambiato qualcosa. L’anno scorso in area arrivavo, ma la palla non entrava mai, ora sì». I dati lusingano: 11 gol in 81 gare da pro fino alla passata stagione, 4 in 9 quest’anno. leggi tutto…