Andrea D’Amico, procuratore di Italiano, spiega così la maxi ammenda per violazione del regolamento agenti, nell’operazione di acquisto del centrocampista (estate 2009) che ha coinvolto Padova (40 mila euro al direttore generale Sottovia e a Italiano, sette mila al club), Chievo (65 mila) e appunto D’Amico (20 mila, e sospensione della licenza per due mesi e 20 giorni): «Il contratto di Italiano era stato siglato senza la mia presenza perchè ero sospeso per una stupidaggine. Avevamo assolutamente ragione. Ma il Padova mi ha pregato di patteggiare, per evitare una eventuale squalifica al giocatore».
Sottovia sul Gazzettino di ieri, e attraverso il TgBiancoscudato, notizia riportata da questo blog, aveva dichiarato: «Il motivo è legato alla presenza indebita di Andrea D’Amico nella sede del Chievo durante la trattativa e la firma del contratto. Lui era inibito».
La replica di D’Amico: «Sottovia si è riferito a quella che era la contestazione e non a come sono andate le cose. Una cavolata. Sarebbe meglio che la Procura si interessasse di cose serie. Avevo già presentato 50 pagine di memoria per dimostrare di essere nella ragione e difendermi fino in fondo. Ma ci sarebbe stato il rischio di una squalifica per Italiano. E allora tra i due mali…». leggi tutto…
PadovaCalcio
01/01/1970